Cresce l’Export del vino italiano

Le nostre news sull’export

“A trainare le bottiglie italiane oltre confine nel 2021 sono in particolare i consumatori europei e proprio in Francia, nel regno dello Champagne, le etichette Made in Italy fanno registrare un +12,5%, in Russia addirittura +32%, mentre la Germania cresce del +4% ma su valori che ne fanno il primo mercato del vino tricolore nel Vecchio Continente.

Nel resto del mondo il mercato cinese, che è stato il primo a uscire dall’incubo Covid, fa registrare nel 2021 un balzo del +75% negli acquisti di vino italiano mentre continua la frenata degli Stati Uniti, dove i calici italiani sono da sempre fra i più apprezzati, ma dove gli effetti dell’emergenza sanitaria continuano a pesare. Infatti le vendite di vino italiano negli Usa sono calate del 3% in valore anche sotto la spinta della concorrenza dei vino francese che non è più gravato da dazi aggiuntivi dopo l’entrata in vigore l’11 marzo 2021 dell’accordo tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden sulla sospensione di tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing.

La ripresa complessiva delle esportazioni è accompagnata dalla crescita dei consumi interni con un aumento record degli acquisti domestici di vini e spumanti del 21,3% nel primo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Il risultato è una aumento del fatturato che è stimato dalla Coldiretti pari a 11 miliardi di euro nel 2021.”

 

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Le News sull’Export

IL MARCHIO D’IMPRESA UN’OPPORTUNITA’ DA NON SOTTOVALUTARE

Vogliamo condividere con voi alcuni passaggi dell’articolo di Alessandra Fiumara “ Marchio debole o forte? Come sceglierlo e quali sono le insidie” su startupitalia

“il marchio viene definito anche “segno distintivo” ed è anche per questo che la legge prevede che un marchio, perché possa essere valido, possegga la c.d. “capacità distintiva.

La capacità distintiva non è spiegata dal legislatore che si limita a definire quando un marchio ne sia privo.

L’art.13 del Codice della Proprietà Industriale (meglio detto “C.P.I), infatti, stabilisce che non possono essere registrati come marchi “i segni privi di carattere distintivo e in particolare quelli costituiti esclusivamente dalle denominazioni generiche di prodotti o servizi o da indicazioni descrittive che ad essi si riferiscono”, proseguendo poi con una esemplificazione di casi quali “i segni che in commercio possono servire a designare la specie, la quantità, la qualità, la destinazione, il valore, la provenienza geografica ovvero l’epoca di fabbricazione del prodotto o della prestazione del servizio o altre caratteristiche del prodotto o servizio”.

Ed è proprio qui che c’è uno scollamento tra il marketing e la comunicazione e la legge: sempre più spesso c’è la tendenza a scegliere un marchio che richiami in maniera più o meno velata le caratteristiche del prodotto o servizio che va a contraddistinguere, per l’intuibile esigenza di rendere immediatamente comprensibile al proprio mercato, per l’appunto, il prodotto o servizio che si intende proporre”

 

Leggi l’articolo completo di Alessandra Fiumara – startupitalia

Le News sull’Export

EXPORT ORTOFRUTTA: NEL 2020 CRESCE IN VALORE DEL 5% 

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Annata positiva, sui mercati esteri, per l’export dell’ortofrutta italiano. Nel 2020 le vendite all’estero del comparto, nonostante un calo in volumi del 4%, ha registrato una crescita in valore del 5%. È quanto emerso nel corso dell’evento online ‘L’ortofrutta nello scenario post Covid: come sono cambiati imprese, mercati e consumatori dopo un anno di pandemia’ promosso e organizzato da Cso Italy e Nomisma, nell’anno dedicato dalle Nazioni Unite all’ortofrutta.


Leggi l’articolo completo Ansa