“Il vino italiano riprende a correre. La conferma arriva da Opera Wine, evento che da dieci anni apre Vinitaly, con la presenza tra gli altri di 300 buyer internazionali e 186 produttori, scelti da Wine Spectator.
Ad aprile, il nostro Paese è stato primo con 538 milioni di euro di vendite, poi la Francia con 534 milioni. Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, dice: “La riapertura dei ristoranti negli Usa induce a un moderato ottimismo sulla ripresa. Influirà anche la sospensione delle ritorsioni tariffarie appena decisa da Usa e Ue, anche se l’accordo andrà a vantaggio in particolare degli altri vini europei, visto che quello italiano non era stato inserito nella lista nera”.
In Asia, con la Cina come principale acquirente, la crescita è stata del 22 per cento. Nel Paese dell’estremo oriente, grazie all’uscita di scena dell’Australia, siamo diventati il terzo Paese fornitore. In Cina, la Francia ci è decisamente davanti, con +41 per cento. In particolare, da segnalare il boom dello Champagne (+110 per cento). In ascesa decisa anche i vini della fascia premium italiani.
Insomma, i segnali di ripresa ci sono, dopo che il 2020 aveva fatto segnare per l’Italia un calo dall’export del 2,2 per cento, attestandosi a 6,3 miliardi di euro. Nel 2020, solo Molise, Basilicata e Lazio erano riuscite a fare meglio rispetto a dodici mesi prima. Il Lazio era cresciuto dell’8,6 per cento (70,6 milioni di esportazioni). Il trend di crescita è confermato anche in questo primo trimestre del 2021 (+2,8 per cento). Ottimi i dati dei primi tre mesi del 2021 anche per l’Abruzzo (+6,8 per cento), e ancora per Molise e Basilicata.
La ripresa viene confermata dai dati Ismea sui consumi degli italiani. Nel primo trimestre del 2021, i vini segnano +14,5 per cento sul 2020. Per le bollicine siamo a +55 per cento. I brindisi casalinghi hanno avuto un valore di 170 milioni di euro.”
Leggi l’articolo completo Corriere dell’Economia
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